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Sonia Agosti

Sonia Agosti è nata a Fiorenzuola d'Arda in provincia di Piacenza.
Attualmente vive a Cremona e lavora come pittrice a Villanova sull'Arda (Piacenza).
Si è laureata in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2002 con la tesi in storia dell'arte dal titolo "L'eredità di Joseph Beuys".

Mostre principali:

2013 - Im Rausch der Farbe Sonia Agosti, Phoenix Galerie, Colonia, Germany
2013 - L'Universo Informale di Sonia Agosti, Galleria Frammenti d'Arte, Roma
2012 - 2Pittura Informale", Collettiva, Palazzo della Racchetta, Ferrara
2012 - "Giotto Arte", Collettiva - Genova
2011 - "Premio Marina di Ravenna", concorso per giovani pittori Ravenna (Forlì)
2011 - "Alfabetomorso" collettiva, En Plain Air Arte Contemporanea, Pinerolo (Torino)
2010 - " Agosti, oli e carte" Mostra Personale - Studio Centenari, Piacenza
2009 - " Collettiva" - Galleria Il Sipario, Parma
2009 - "Idearte", Collettiva, Stazione Leopolda, Pisa
2008 - "Giovanna d'Arco", Collettiva, Salara, Bologna
2007 - "Segni d'autore", Galleria Rallo, Cremona
2006 - "Alchimia e Natura", Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (Reggio Emilia)
2005 - "Gesto Italiano", Antico Palazzo della Pretura, Castell’Arquato (Piacenza)
2004 - "Terre Padane", Castello di San Pietro in Cerro (Piacenza)
2003 - "Tra Realtà e Fantasia”- Biblioteca Marucelliana- Firenze
2002 - "Segno color, movimento" - Circolo degli artisti (Firenze)
2001 - "Giovani Artisti" - Accademia di Belle Arti di Firenze (Firenze)
2000 - "Giovane pittura a Gualdo"- Sesto Fiorentino (Firenze)
1999 - "Ars nova 2000"- Chiostro di Sant'Agostino, Pietrasanta (Lucca)

Vito Bongiorno

Vito Bongiorno nasce ad Alcamo (TP) nel 1963. Si trasferisce giovanissimo a Roma dove si diploma presso il Liceo Artistico Statale quale allievo di Mino Delle Site, l'aeropittore leccese molto stimato da Marinetti. Arricchisce, quindi, le sue conoscenze seguendo nella Capitale corsi di disegno dal vero e dal nudo, di incisione, modellato e scultura. Al fine di ampliare le sue esperienze si reca all'estero, dapprima a Monaco di Baviera, poi a New York, dove prende contatto con gli ambienti artistici più avanzati e incomincia ad esporre le sue opere, ispirate a quella filosofia estetica che egli stesso chiama "sintetismo della vita” e che si può riassumere nella sintesi fra esperienza oggettiva ed espressione delle proprie esigenze interiori. Egli mira principalmente ad essere se stesso, a conquistare un proprio linguaggio, a definire un proprio stile, nell'ambito, naturalmente, delle correnti più innovative e più aggiornate, tuttavia sempre autonomo e personale. Denominato da Costanzo Costantini l'Yves Klein italiano, Bongiorno è noto per le sue antropometrie sulla scia di quelle realizzate dal pittore francese.
Celebre la spettacolare antropometria che realizzò nel 2008 a Fregene e del dipinto lungo circa mezzo chilometro realizzato a Tarquinia nel 2002, unico nel panorama dell'arte contemporanea. Nel corso degli ultimi anni l'artista ha intrapreso una serie di sperimentazioni tra Body Art e Land Art. Nella Body Art Vito Bongiorno considera il corpo come fondamentale mezzo di espressione artistica, mentre nella Land Art usa l'ambiente come teatro dell'attività creativa. Crea così una fusione tra questi due movimenti artistici nati negli anni Sessanta negli Stati Uniti e diffusisi in Europa e in molti altri paesi.
Nel luglio 2009 Il presidente del Museo delle Trame Mediterranee "Fondazione Orestiadi” di Gibellina Ludovico Corrao, ha acquisito all'interno del Museo l'opera "Oltremare a Gibellina”.
Nel mese marzo 2011 l'opera "My Hug” viene presentata e donata presso il Museo Centrale Montemartini di Roma in occasione dell'iniziativa "Emergenza Origami”.
Nel luglio 2012 presso il teatro San Genesio di Roma in occasione di un iniziativa "Italians for Darfur” in Sudan, ha donato l'opera "Hope".
Negli ultimi anni l'artista dichiara lo stato di fragilità in cui versa il nostro paese. Da qui l'uso del carbone che simboleggia la malattia, la spaccatura, l'amarezza e l'inquinamento. Significativa, per questo passaggio, è stata una delle sue ultime opere: Terra mater al Museo Macro la Pelanda di Roma nel maggio 2012, in occasione della fiera Roma contemporary e in collaborazione con Inside Art. Nella performance una modella, simbolo della purezza, è dipinta di blu e si muove tenendo in mano un globo terrestre le cui terre emerse sono realizzate con il carbone, a significare l'inquinamento ecologico e sociale che caratterizza la nostra epoca.
Sempre nello stesso anno espone ad Ancona al Museo della Mole Vanvitelliana realizzando anche una performance dedicata all'artista Gino De Dominicis.
È il vincitore, nel novembre 2012, del premio organizzato dalla rivista "INSIDEART" Arte & Crisi con l'opera "Handle with Care".
Dal Premio Adrenalina, alla premiazione di febbraio 2013, vincitore del "premio del pubblico" e "premio voto on line" entrambe categoria gold.
Ancora, nel 2013, presso Villa Guglielmi, nel comune di Fiumicino, espone per la mostra "Manualmente". Presenta poi presso l'Accademia di Romania, per la mostra "Osmosi”, una sua opera e di seguito presso la galleria Visiva per la mostra "Censured”.
Dal 2014 sono presenti tre sue opere presso il Museo M.A.A.M. di Roma. A Maggio dello stesso anno ha esposto presso i musei Capitolini nella Centrale Montemartini con "Superfetazioni”; contemporaneamente partecipa alla biennale di Viterbo e alla triennale di Roma, presentata da Achille Bonito Oliva.
Nel maggio 2015 espone una personale dal provocatorio titolo "L'Italia brucia” presso la Galleria Sant'Andrea di Roma e successivamente esegue a Milano una performance per Exploit. Sempre nel 2015 interviene con una sua istallazione al Museo Ca Pesaro in occasione della Biennale di Venezia.
Nell'aprile del 2016 espone la sua personale "aureAttesa” a Viterbo presso la Galleria Miralli.
A giugno dello stesso anno presenta "Black holes” alla Galleria Consorti in via Margutta a Roma e successivamente alla Minigallery di Assisi.
Partecipa attivamente a Roma all'Electronic Art Café curato da Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca.
Il suo contributo, oltre a consolidare le relazioni e i rapporti con le varie realtà artistiche sul territorio nazionale, sta testimoniando il valore e la necessità di promuovere e sostenere la cultura in un momento come questo, pervaso da un senso di crisi e d'incertezze sulla scena politica internazionale. Attualmente vive e lavora tra Fregene e Roma

Francesca Capitini

Assisi 24 Luglio 1978
Diploma Accademico Istituto d'Arte e Restauro Palazzo Spinelli - Firenze
2001: Primo laboratorio di pittura a Spello (entra a far parte dello studio del maestro Elvio Marchionni)
MOSTRE PERSONALI (Italia):

2001: Cambio Festival (Assisi), Galleria d'Arte Stoà (Foggia)
2002: Festival dei Due Mondi (Spoleto), Cantina dei Pittori (Abbadia S.Salvatore-SI)
2003: Galleria Van Sent (Ancona), Studio 5 (Bari), Expo Arte Bari, Galleria B&B (Poggibonsi-SI), Galleria Riparte (Milano)
2004: (nuovo studio personale Assisi), Terre di Tintinnano (Castiglion d'Orcia-SI), Castello Adebrandesco (Pian Castagnaio-SI), Castello Svevo (Vieste), Galleria Italarte (Roma), Galleria B&B (Grosseto)
2005: VitArte (Arte Fiera, Viterbo), Biblioteca Comunale (Torrita di Siena), Dammi un Titolo (Evento/Esposizione - Assisi)

Andrea Dejana

Blow Up, ovvero soffiare, espandere, ingrandire, far esplodere. È quello che fa ai suoi quadri il soffio vitale di Dejana.
Andrea Dejana nasce a Perugia il 7 settembre 1965.
Fin da piccolo si dedica al disegno e alla pittura, manifestando una spiccata sensibilità artistica valorizzata e resa significativa dagli insegnamenti del padre Augusto, eccellente pittore e ottimo spatolista. Di formazione autodidatta frequenta il corso di spatola del pittore argentino Luis Napoli e successivamente i corsi del centro Didaskalia di Perugia.
Dal 1989 al 1993 segue stage di pittura negli Stati Uniti ( New-York, New Orleans). Le suddette esperienze hanno svolto un ruolo determinante nella formazione del suo pensiero artistico e della sua poetica.
Lontano dalle visualizzazioni reali ed iconografiche, Dejana rivela una spiccata propensione per le ascendenze di pop art, con chiaro riferimento alla matrice artistico-culturale americana.
L'artista manifesta la sua piena capacità di esprimersi al di fuori di ogni regola classica, mettendo in luce un'idea dell'arte dinamica e istintiva, dove non vi è spazio per gli schemi o programmi razionalmente preordinati.
La sua produzione si caratterizza per una sorta di "realismo vitale" con i suoi chiari riferimenti a trasfigurate realtà metropolitane, efficacemente rielaborate, con stile personale ed originalità, sensibile com'è a tutte le novità formali, estetiche e percettive.
A conferma di una sensibilità artistica, che sperimenta sempre nuovi orizzonti, nel contesto di una poetica che dà vita ad una sorta di espressionismo astratto, vi sono le numerose mostre che Dejana ha realizzato in Italia e all'estero, con riconoscimenti formali ed apprezzamenti.
Nel 2009 Dejana ha inventato uno stile che racchiude nel gesto artistico il senso stesso della creazione.
Soffiando la vita nel cuore delle sue tele, è come se Dejana comunicasse loro un impulso vitale primario. Con un movimento sottocutaneo che lo spinge verso l'esterno, il quadro reclama un suo spazio e conquista la corposità della materia. Racconta sempre attraverso le immagini, ma in questa protrusione le immagini escono dai propri confini bidimensionali e invadono altri spazi emotivi.

Luigi Frappi

Luigi Frappi è nato a Foligno nel 1938 e vive e lavora a Bevagna. Il suo genere pittorico è unico e Frappi viene considerato un pittore immaginario romantico. La caratteristica particolare che contraddistingue la sua pittura in entrambi i temi, e che quindi afferma una straordinaria unità di visione, è il suo carattere visionario che si trova nei due generi con la stessa intensità. Frappi non riproduce il paesaggio copiandolo da una determinata situazione reale, osservata nell'unicità del momento, ma lo raffigura come un coagularsi di immagini mnemoniche che solo nella sua immaginazione smettono di fluttuare e di trasformarsi. Luigi Frappi è un artista molto conosciuto all'estero e in Italia, ed è considerato uno dei più importanti pittori di paesaggi viventi; negli ultimi decenni infatti ha caratterizzato la sua lunga produzione artistica realizzando splendidi paesaggi e nature morte, ispirandosi a pittori che vanno da Ambrogio Lorenzetti ad Alessandro Magnasco, da Francesco Peruzzini a Fragonard, dal grande pittore romantico Caspar David Friedrich, inventore del paesaggio tragico, alla Scuola di Barbizon.
Osservando le sue opere si ha la possibilità di viaggiare nel tempo dell'arte e scoprire una natura come l'hanno dipinta e rappresentata i più importanti pittori italiani, francesi, tedeschi ed inglesi nei secoli scorsi. Il paesaggio dipinto dall'artista però non propone visioni già viste e quindi conosciute ma presenta sempre soluzioni inedite che hanno in comune con i grandi pittori solo la sua grande abilità tecnica. La natura che vediamo nei suoi quadri mette in scena e rispecchia un insieme di ricordi, trasformandosi in alberi, rocce, dirupi, anfratti, valli, boschi e paludi. Ogni opera è così una grande finestra spalancata su un paesaggio che solo in alcuni luoghi ormai possiamo ancora vedere, un paesaggio spesso perduto, che non esiste più.
Le sue nature morte, invece, sembrano apparire da un vuoto primordiale, cui soggetti galleggiano come sopravvissute astronavi in uno spazio cosmico infinito. Nel giugno 2011 Luigi Frappi viene selezionato tra i 120 artisti scelti per rappresentare l'Italia artistica alla 54 Biennale di Venezia all'Arsenale delle Corderie nel padiglione Italia.

Stefano Frascarelli

Sono nato ad Assisi nel 1981, dipingo da quasi dieci anni senza aver frequentato né accademie né istituti d'arte. Dal 2009 ho aperto una galleria d'Arte in centro ad Assisi dove espongo e vendo i miei lavori insieme a quelli di altri artisti italiani.
Dipingo paesaggi astratti, i primi erano ad olio su carta o su tavola e principalmente di piccoli formati. Ora preferisco utilizzare gli smalti e, come supporto, il plexiglass. Di questo supporto mi piace la pulizia della superficie, il modo in cui consente al colore di scorrere e la trasparenza che permette di avere contemporaneamente due versioni di uno stesso quadro.
Una costante di molti lavori è la linea che descrive il paesaggio, a volte netta ed evidente, altre meno marcata e più sfuggente. Un confine tra i colori, un luogo dove si concentra l'occhio. Con gli smalti ed il plexiglass la linea e la sintesi ordinata si rompono e lasciano spazio all'invadenza dei colori netti e vitali.

Emanuele Giannelli

Giannelli vive da lungo tempo in Versilia, benché la sua Roma rimanga una costante interiore, un luogo lasciato ma mai abbandonato. Tra pinete marittime e montagne apuane è cresciuto il regno artigianale della grande scultura: ed è qui che il nostro artista sperimenta materiali e tecniche con indomita curiosità e sapienza manuale. I dati lo confermano, sta tornando interesse sui temi della scultura anatomica, forse il linguaggio destinato alla maggior crescita nei prossimi vent’anni. Giannelli persegue l’anatomia mutante dai tempi dell’Accademia, incosciente ma anche libero rispetto agli andamenti linguistici internazionali. Lui persegue un’ossessione, come accade quando un artista dimostra veggenza e gestione del talento. Va avanti per cicli che, volta per volta, aggiungono un tassello al suo codice ipergenetico della scultura. Affronta il mondo attraverso la duttile elasticità del corpo umano, attraverso il gesto semantico, attraverso dilatazioni e compressioni muscolari. Plasma archetipi che mescolano citazioni e somiglianze, atmosfere filmiche e pressione letteraria. Senti che quei corpi potrebbero essere il nostro futuro o il passato di popolazioni aliene: umano troppo umano, ma anche alieno quasi umano e viceversa. Possibile e plausibile avvolgono i cicli esposti a Palazzo Collicola Arti Visive: una visione a ritroso che parte dai lavori del 2015 e vola indietro ai pezzi babelici, inserendo opere a elevata drammaturgia, ora singole ora moltiplicate per gruppi scultorei… un lungo racconto sui destini segnati ma anche immaginati dell’umanità silente, diviso per fermate emozionanti e sensoriali, con le stanze che diventano quinte di un teatro vivente e stranamente immobile, bloccato nell’istante in cui Giannelli ha stoppato il suo sguardo, cogliendo l’attimo ideale, il momento d’equilibrio raggiunto.

Sergej Glinkov

Sergej Glinkov nasce a Kiev nel 1963. Nel 1981 si trasferisce in Italia, dove compie gli studi di pittura presso l'Accademia di Belle Arti e di architettura presso lo IUAV di Venezia. Dal 1984 ad oggi ha allestito numerose mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti. Vincitore di diversi concorsi internazionali di pittura, oggi partecipa attivamente al dibattito teorico-critico sull'arte contemporanea attraverso conferenze e programmi radiotelevisivi.
I suoi "soggetti" sono inanimate essenze di pensiero, velature di atmosfere preverbali, lusinghe di sirene e sciamani. Costruisce l'opera con una tale sovraccarica intellettuale da mettere in discussione ogni riferimento con la realtà e la sua rappresentazione verosimigliante, per cui l'osservatore è portato a identificarvi le proprie aspettative semantiche, i significanti più remoti, le giustificazioni minimali. Glinkov è artista delle intenzioni, degli approcci "decostruttivi ", delle atmosfere in attesa, come promessa di un tempo in formazione, quasi del balbettìo della creazione. Ogni forma rappresentata sulla tela è per l'artista l'occasione mancata del silenzio, un ordito che accenna l'incompleta intenzione ai rimandi, alle visioni preesistenti. Tutte le sue opere si esprimono prevalentemente attraverso il "tuono del silenzio", con una grammatica della ragione che si implicita "nell'assenza", ma che esplicita i suoi propositi attraverso infinite stratificazioni del colore.
A questa condizione la sua arte gioca il proprio destino tra gli innumerevoli momenti delle estenuate superfici, con le quali il sovvertimento nel piano cromatico, operato dall'interdizione della luce nel colore, può lasciare intravedere piani e figure in variazioni perpetue, mediante i quali i continui slittamenti possono consentire la fuga dal dispotismo delle urgenze, dalle impressioni primarie, dalla emozione liberata.

Armando Moriconi

Gabriella Napolitano

Nasce a Monza il 5 febbraio 1979, vive e lavora a Perugia. Si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Perugia con il prof. Sauro Cardinali. Nel 2008 espone a GERMINAZIONI- A NEW BREED, Palazzo della Penna (Pg) testo critico di Chiara Canali; partecipa a L'immagine/continua, Catania, premio speciale della giuria. Nel 2009 è presente al Novaracinefestival e a E' un piccolo passo-festival nazionale del cortometraggio, Teatro Astra, Vicenza. Espone a Premio Internazionale Limen Arte, Vibo Valentia (a cura di Giorgio Di Genova). Nel 2010 con Jacopo Gregori realizza un'opera permanente presso il centro commerciale "Il ponte", Ponte Felcino (Pg). Partecipa all'evento Sonno. Chi dorme chiude gli occhi per aprirli alla notte, Palazzo della Penna (Pg), ideazione Viviana Tessitore. Del 2011 Florario Isterico, galleria T.A.C.(Pg) e la collettiva Momenti di Trascurabile Sacralità, Sansepolcro(Ar).

Ghiru Kim (Gil Hu Kim)

2016 - Monumental Impression, Pohang Museum of Steel Art, Pohang, Korea
中韓當代藝術特展, Howard Gallery, Taipei
Line: Cost of Living, Daegu Art Museum, Daegu
OLD and NEW : 法古創新, DDP Design Museum, Seoul

2015 - Art of the Future-The second Zhongshan International Art Expo, Zhongshan, China
Hail to the Heaven, coquetry to God, Czech China Contemporary Art gallery, Beijing, China
Daegu-LA Exhibition, Gaia gallery, LA, USA
Now, here, Pohang Museum of Steel Art, Pohang, Korea
Korea Contemporary Art Exhibitions, Ulsan Culture & Art Center, Korea
Space- 3 Method Exhibitions, Bongsan Culture Center, Daegu, Korea

2014 - Mind Imprints-The Paintings of Kim Gil-hu, Whitebox Art Center, Beijing, China
Time and Surface, Bongsan Culture Center, Daegu, Korea
Dream of Being, Beomeo art Street, Daegu, Korea
Mind Alchemy, Edasoso gallery, Chung-do, Korea

2013 - Matrix Tool, Bongsan Culture Center, Daegu, Korea

2012 - New Hot Korea・China・art exchange exhibition, 798 Space・ Gallery TN, Beijing, China
798 Festival, Energy・Pleasure・Affection, Seoul Auction, Beijing, China
Beyond Multiple, Bongsan Culture Center, Daegu, Korea

2011 - Deepest Black, Gallery Touchart, Heyri Art Vallery, Paju, Korea
Collage of Memories-Korean Contemporary Art, SOKA Art Center, Beijing, China
Another Landscape, Bongsan Culture Center, Daegu, Korea

2010 - Inner Transcendence, Gallery Artside, Beijing, China
PURE DISTANCE, Bookcity, Paju, Korea
White Tiger, Gallery M, Daegu, Korea
SOAF(Seoul Open Art Fair), COEX, Seoul, Korea

2009 - KIAF(Korea International Art Fair), COEX, Seoul, Korea
Korea Galleries Art Fair, BEXCO, Busan, Korea

2008 - Splendid Sorrow, Daegu Health College Arts Center Indang Museum, Daegu, Korea
Old and New Harmony, Susung Artpia, Daegu, Korea
BlueDot ASIA, Seoul Art Center, Seoul, Korea
The Sensitive Vessel, Gallery SAM, Busan, Korea
The Revolution of Images, KT, Daegu, Korea
KIAF(Korea International Art Fair), COEX, Seoul, Korea

2007 - New Aspects of Korean Painting, Jeonju Culture & Art center, Jeonju, Korea
Four People, Hankeesook Gallery, Daegu, Korea
KIAF(Korea International Art fair), COEX, Seoul, Korea

2006 - Man with Flower, Gallery Boondo, Daegu, Korea

2005 - Secret Garden, Seoul Arts Center, Hangaram Museum, Seoul, Korea
Kim Gil-hu Solo Exhibition, Kwanhoon Gallery, Seoul, Korea

2004 - Life Landscape, Seoul Museum of Art, Seoul, Korea
New Direction of Figurative Art, Woobong Art Museum, Daegu, Korea

2003 - Black Paper, Gallery, Daegu, Korea

2001 - Kim Gil-hu Solo Exhibition, Gallery Gongsan, Daegu, Korea

1996 - M.F.A. Keimyung University of Fine Arts, Korea

1988 - B.F.A. Keimyung University of Fine Arts, Korea

Gary Komarin

Fino a qualche mese fa conoscevo solo il nome del pittore newyorkese Gary Komarin e non avevo ancora mai approfondito l'artista ed il suo lavoro. Le parole di un comune amico, Doug T., sono state il punto di contatto tra Komarin e la Minigallery e mi hanno consentito di colmare almeno in parte le mie lacune. Ho scoperto così un artista di spessore internazionale, rappresentato da importanti gallerie nelle principali piazze del mondo, da Londra a San Francisco, da Dubai a Zurigo, con all’attivo mostre e premi prestigiosi oltre alla permanenza in grandi collezioni private e pubbliche.

Approfondendo ancora di più ho scoperto che la pittura di Gary Komarin, nelle tante mostre di cui è stato protagonista, è stata accostata all'opera di artisti quali Motherwell o Basquiat. La vicinanza non è stata solo argomento di dibattito e critica d'arte, è stato piuttosto la volontà di collocare le opere dei diversi artisti negli stessi contesti. Questo vale più di molte parole per dare un senso chiaro riguardo alla stima di cui Gary Komarin gode.

La pittura di Komarin è assimilabile alla corrente dell’espressionismo astratto di cui il suo maestro, Philip Guston, fu attivo partecipe. La corrente ebbe il suo pieno sviluppo tra gli anni '40 e '50 dello scorso secolo, New York fu il teatro di questa rivoluzione estetica che contribuì decisamente a spostare il fulcro dell’arte internazionale da Parigi a New York. Kline, Pollock, Newman, Rothko, Motherwell, Twombly, de Kooning sono alcuni dei nomi, divenuti tra i più illustri e quotati del panorama contemporaneo, che aderivano alla corrente di cui Komarin è degno erede. Il valore che per primo fu comune denominatore di questo gruppo di artisti, e che Komarin continua a sostenere, è la libertà espressiva: ciascun elemento pittorico costituisce uno strumento ed un'opportunità per tradurre visivamente l'animo dell’artista. Detto questo la scelta tra una pittura che lasci spazio alla figura (come fa de Kooning) o che assecondi il gesto e l'astrazione (come fanno Pollock o Rothko) dipende solo dalla volontà momentanea dell'artista, la stessa azione del dipingere (action painting) costituisce oggetto artistico, il desiderio di descrivere nel quadro qualcosa di visibile asseconda l’ambita naturalezza del fare astratto, l'immagine che si vuole rappresentare nell’opera è in essa non quando viene dipinta ma quando viene pensata.

Anche William Congdon era un espressionista astratto e dal 1960 Assisi fu la sua città per molti anni. Con Komarin Assisi incontra nuovamente la grande pittura americana e ambisce ad essere un punto di riferimento, oltre che per quella antica, per l’arte contemporanea.

David Pompili

Born in Spoleto Umbria, Italy in 1970.
From his childhood he showed a strong interest in the fine arts which determined his scholarship at the junior high school of Fine arts in Spoleto, studying scenography. After a first degree he went to the Academy of Fine Arts taking painting class's finally at University, the faculty of Architecture, specializing in Industrial Design. He then worked for several fashion brands in Milan and in Florence, dedicatee himself with growing passion to scenography, painting being his favorite expression with in the arts. In May 1999 he participates to an art exhibition in San Francisco with considerable success. The exhibition is repeated in February 2000 in Chicago. Between 2001 and 2002 he participate in several collective art exhibitions among which Cavour art at Terni For as much as 9 times he shows his artworks at the Festival Due Mondi Spoleto. He start teaching together with a group of friends a contemporary art association called Artificio of which he is the current president. Today apart from his job as a professor and passion as a painter, he work as an interior designer in his studio at Foligno.

Sapna Shah

Lello Torchia

Lello Torchia (Napoli 1971), fin dalle prime esperienze espositive degli anni '90, si distingue per l'eleganza, l'asciuttezza ed il misurato equilibrio formale del suo lavoro. Si tratta di opere semplicissime, basate su scarni elementi, un volto, una figura, un oggetto, singole presenze che conservano lo spirito e la ieraticità fuori dal tempo delle opere classiche. È del 1999 la scultura in argilla, Senza titolo, dal rigore quasi ascetico, realizzata per la mostra Il bosco sacro dell'arte (Parco del Museo di Capodimonte, Napoli). In quello stesso anno l'incontro col gallerista Pasquale Carchio col quale, pochi mesi più tardi, nel 2000, avvia un lungo sodalizio artistico con una mostra personale a Salerno, nel Tempio di Pomona.
Nel 2001 espone a Verona (Galleria ScalaArte) una serie di lavori dove la testa dell'uomo, sintomo e simbolo totemico del pensiero per tutto il corso della storia figurativa della civiltà occidentale, si smaterializza diventando un'ombra labile. Si afferma uno stile minimale, in cui la rinuncia e la sottrazione divengono forza e pregnanza.
Nel 2003 vince il Mail Art Prize a Pècs, al quale seguono diverse mostre in Europa, tra cui Vestigia tenère (Art and History meeting, Brno) e Charta III (MdL, Bordeaux). Tele dai colori caldi e trasparenti sono esposte nel 2004 alle mostre personali In colore (Franco Riccardo Artivisive, Napoli), Tempo (Galleria Arteincontri, Vignola) e Lello Torchia (Casina Pompeiana, Napoli). Ancora rilevanti mostre all’estero, tra le altre, 20 Monochromes (Collection Goor-Beerens, Bruges, 2005) dove espone una tela contraddistinta da una figurazione dai contorni labilissimi, sulla quale prevalgono l'assenza e il vuoto. La sintesi che ne deriva diventa emblema tangibile della fugacità dell'esistenza umana.
Il 2006 segna l’inizio del lungo soggiorno milanese che si chiude nel 2009 con la mostra Il disegno sfogliato (Biblioteca civica, Brescia) e Lello Torchia (The White Gallery, Milano), per la quale realizza sculture in argilla cruda e legno.
Nel 2012 la mostra di gruppo Quattro artisti e un editore, presso la sede della Casa Editrice Tullio Pironti a Napoli e le mostre personali Vanitas, presso The White Gallery a Milano e La forma del tempo, al castello aragonese di Agropoli. Il 2013 si apre con la collettiva Transit in Ucraina (Karazin Kharkiv National University), alla quale seguono le mostre personali Figural oblivion (Mia arte contemporanea e Chiesa della SS. Annunziata, Airola) e Notturno (Museo Archeologico di Calatia, Maddaloni) e si chiude ancora con una mostra di gruppo (El Melancòlico) a Cangas, in Spagna, all'Auditorio Municipal. Il primo impegno del 2014 è a Roma con la mostra personale Impalpabile fragilità presso Studio Arte Fuoricentro.

Angelo Zanella

Angelo Zanella nasce a Lovere (Bg) nel 1960, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) nel 1983 con tesi sul pittore Fra Galgario. Ha lo studio a Lovere.

Nel 1987 alla Galleria delle Ore di Milano conosce Giovanni Fumagalli, con il quale inizia una collaborazione esponendo in alcune mostre con i primi lavori informali espressionisti.

Dalla primavera del 1990 apre uno studio a Parigi, città in cui trascorre lunghi periodi e nella quale partecipa ad una mostra presso la Galleria Lelia Mordoch. Nel 1991, sempre grazie alla collaborazione con L. Mordoch, espone a Nizza, in occasione dell' Art Jonction.

Viaggia tra Italia, Francia e Stati Uniti fino al 1993, e fondamentale per la crescita artistica è il soggiorno a New York, durante il quale frequenta gli artisti del quartiere East Village.

Per dieci anni, dal 1994, interrompe il lavoro di pittore per dedicarsi all'attività di archeologo, con campagne di scavo in tutto il territorio italiano.

Nel 2004 riapre lo studio di Lovere (BG) e riprende a dipingere con passione, convertendo il proprio indirizzo artistico in una neofigurazione magica.

Collabora con alcune Gallerie e partecipa a diverse Fiere d'Arte Contemporanea (Bergamo, Verona, Parma,Como). Espone in mostre personali e collettive in Gallerie e spazi pubblici (Gallerie: Artantide , Verona - Cantoni, Viadana, – Fragile, Milano - Marchina, Brescia – San Maurizio, Venezia – , Triangoloarte, Bergamo. Spazi Pubblici: Arsenale, Iseo - Palazzo Bonoris, Brescia – Teatro Lucia Botticino, Brescia – La Fenice et des Artistes, Venezia – Mars Pavillion, Venezia)